Forse non essenzialmente io, ma io

La mia foto
Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

lunedì 11 gennaio 2021

Aria di neve

Nel silenzio notturno cala la luna
e non c'è musica in sottofondo
né i tuoi cappotti di lana stretti in vita.

Così giaccio nel tumulto della quiete
Nudo,
         [e ci rileggo fino agli argini]
livido,
         [e ti cerco nella punteggiatura dell'imperfezioni]
rannicchiato,
          [nell'infantile tentativo dell'abbraccio].

Ma non c'è carne.
Solo ossa spezzate, midollo, quanto basta,
un po' di sangue e qualche resto,
ora bagnato, trascurabile.

Ad avere slancio, mi alzerei in piedi.
Ad avere stomaco, trangugerei ogni tempo.
Ad avere speranza, mostrerei i palmi al cielo
e ti chiederei,
come scrisse Roversi, il poeta,
senza nemmeno sapere di noi,
ti prego, nevica, ora, sulle mie mani. 

martedì 31 dicembre 2019

L'anno che verrà



Vorrei aver detto a tutti quanti,
di quando morì quell'anno vecchio,
che scriver di propositi e rimpianti
val come stare a mingere in un secchio.

Che sia, infatti, riempito fino al mezzo
o tracimato ben oltre il suo ciglio
vuotarlo per pulirlo è solo un vezzo.
Ma il mio non sarebbe che un bisbiglio,

perché, in quel bruciar di abiti e Vecchioni
e festeggiar con brindisi ed auguri,
se auspicassi a voi che il guadagnato

fosse pari a quanto seminato,
fatti i giusti e debiti scongiuri,
vi voltereste a dirmi: "che coglioni!".

Buon 2020.

lunedì 10 dicembre 2018

Largo all'avanguardia, pubblico di merda


Al netto di quanto è stato affermato in questi ultimi giorni, possiamo essere sicuri che si possa dire e fare critica a ogni cosa o genere musicale.
E non è relativismo spicciolo, è storia. È stato fatto sempre, sia nei confronti del "culturalmente nuovo" sia del suo pubblico. È stato fatto con la musica classica, con il jazz, con il rag-time, con il rock'n roll, con la psichedelia, con la musica demenziale, con il punk, con il grunge, con il rap, con la techno - anche quella più musicalmente impegnata -.

E il problema non è se la trap faccia cacare di per sé come fenomeno musicale/sociale, o se piaccia a qualcuno e a qualcun altro no.
A me fa cacare perché ho 40 anni e al mio gusto estetico gli importa una sega di un tardo-adolescente che farfuglia musicalmente il suo disagio, la sua educazione, la sua capacità o la sua pigrizia linguistica o emotiva. Sono disinteressato da sempre a quel tipo di dialogo che da dover essere il più ampiamente comprensibile, viene trasformato in qualcosa di diretto esclusivamente a propri simili, alla propria cerchia di primati pensanti e senzienti.

Il punto è che la musica non ha parte in questa storia. O se l'ha è solo il capro espiatorio del caso, inteso sia come "in questione", sia come "sciagura".
Ciò che è accaduto, invece, è un prodotto culturale direttamente connesso ai tempi in cui viviamo, che si mischia a uno standard di interesse sociale in abbassamento, per lo meno in termini di rispetto, di comportamento di convivenza.

E se si deve parlare di colpe, io direi che una delle prime è che parliamo delle cose prima ancora di capire, con l'approssimazione più piccola possibile, come siano andati i fatti. Siamo ingolfati dalla velocità delle informazioni al punto che per non restare indietro, la ingolfiamo ulteriorimente con il nostro parere, che però se detto prima dei fatti ha un altro nome: pregiudizio.
E c'è poco da rallegrarsene solo perché stiamo assumendo questa posizione nei confronti di una cosa che riteniamo prossima alla merda.
 
Il punto è che sappiamo sempre riconoscere il berlusconi, il fascismo, il bigottismo, l'idiozia, la vigliaccheria, l'ignoranza negli altri e in noi - nella storia di noi stessi che se almeno fossimo sinceri con noi stessi ci racconteremmo - nemmeno davanti allo specchio.


venerdì 26 ottobre 2018

Sulla 194

Ché a restar in silenzio poi si resta incompresi.

Sulla questione della legge 194, agli antiabortisti, che ancora non capiscono che, essendo il corpo l'unico tempio che ci appartiene davvero, ognuno DEVE avere la possibilità di scegliere, con tutto l'aiuto e l'assistenza possibile, certo, ma in totale autonomia, credo che soltanto una cosa ci sia da dire: se fossero gli uomini a dover partorire, avrebbero montato i baracchini per praticare l'operazione agli angoli delle strade, con tanto di sconti e card clienti, altro che obiezione di coscienza. E onestamente uno stato civile dovrebbe sospendere, rendendola impossibile in quei contesti, l'obiezione di coscienza nel pubblico impiego.

martedì 6 marzo 2018

Il Freddo

Ci prese tutti senza distinzione, uno a uno
rovinosamente, come accade spesso.
Inizialmente "sarà l'inverno", pensò qualcuno,
"quel vento dal nord instilla un fare sì sommesso",
ma già in Primavera, fu a tutti manifesto
che il freddo non si sarebbe tolto coi cappotti,
che non sarebbe passato tanto presto.

Alcuni furono presi coi cazzotti
lasciati con volti lividi, le bocche infrante,
finché non dissero "sì" a forza di botte.
Nel letto fu colto qualche benpensante,
giurò che fosse colpa della notte
ma sapeva bene di quanto fosse stato noncurante
di quanto tempo fosse trascorso dall'ultime lotte,
di quanto la libreria fosse più piena dei suoi occhi.

Ma i più, si ritrovarono già in piazza,
gli adulti a sventolar bandiere e i bimbi con in testa i fiocchi
urlavano insieme: "Vaffanculo a tutti!", "Viva la Razza!"
i più sosfisticati, dopo l'inno, "Viva la Nazione!".
Non c'era più ragione, sembrava non bastasse che l'istinto
di essere nel giusto, nel sentire il Capo che dal balcone
gridava: "Oggi è un nuovo inizio, abbiamo vinto".

Nel pieno della nostra indifferenza ci entrò nell'ossa piano piano,
che così ti prende il freddo quando siedi,
e perdemmo tutto, subendo la prepotenza della mano,
a causa del nostro non esser stati in piedi.

sabato 27 gennaio 2018

Aspettando il 4 marzo

Sono giorni che sento discutere, e io stesso discuto, del prossimo futuro che ci attende dal 4 marzo in poi e benché mi sia ripromesso di non scrivere o approfondire in rete posizioni e programmaticità, penso sia giusto mettere per iscritto una riflessione brevissima.

Nel parlare con molti di voi, mi capita spesso di scorgere un illuminato ottimismo per questo paese e per il suo futuro e parlo di questo paese e non di Europa o di mondo occidentale, perché è qui in Italia che vivo ed è dell'Italia che sono informato.

Ecco, in seguito a questi scambi e visto lo stato imperante, penso di poter trovare almeno quattro possibilità di lettura: la prima possibilità è che siate dei poveri idioti o magari solo profondamente miopi, terribilmente, forse inguaribilmente, ignoranti al punto da non capire, ad esempio, che celebrare la memoria e poi cacare letteralmente su qualunque essere umano si differenzi da voi per religione, colore della pelle, nazionalità, sia equivalente a un quoziente intellettivo "sedia"; la seconda possibilità è che siate in qualche modo collusi, legati a doppio filo con qualcosa che vi consente e, reputate, consentirà anche in futuro, di mantenere la vostra posizione privilegiata; la terza è che la speranza abbia mangiato ogni cellula del vostro raziocinio e, come in un'opera manzoniana, siate in attesa della Provvidenza, succede, ad esempio, quando ritenete che l'onestà basti a un politico per far bene il proprio lavoro. E a questo punto non si capisce perché mai non la richiediate anche a un elettricista o a un impiegato delle poste, o a qualunque altra variabile lavorativa, musicisti, pittori e scrittori inclusi, al posto della competenza, perché voi stessi non sviluppiate l'onestà - così preziosa umanamente - anche a scapito della vostre altre qualità. La quarta, ed è verosimile quanto quell'altre, è che il coglione, invece, sia io e quanti, come me, di fronte al vostro ottimismo subodoriamo con addosso un senso di tesa impotenza il disastro.
Buon sabato, buona lettura.

sabato 21 gennaio 2017

Ritorno a scuola - ventesimo giorno

Qui finisce l'avventura
del Signor Broggiventura
che per non zappar l'aiuola 
fece tappa nella scuola.

E lo Stato che sa bene
che il lavoro porta pene,
diede a lui dalla nazione
l'assegnino di un milione.

Ps. 20 giorni in una scuola media e puoi raccontare avvenimenti per un anno intero.

domenica 25 dicembre 2016

Il Fantasma del Natale Ciaone

Prepara valigia, pulisci casa, chiudi casa, dimentica caricabatterie, bestemmia, torna a prenderlo, perdi quasi il bus, arriva all'autostazione, attendi pullman, sali sul pullman, fai amicizia con il beone che ti è capitato accanto dall'alito calcuttiano, dormi, svegliati, autostazione, dormi, svegliati, Mottola all'alba, dormi, svegliati, Massafra al mattino, puzza di Ilva, scendi dall'autobus, Taranto porto, trascorri mattinata in stato vegetativo senza internet, pranzo vigilia, acidità di stomaco, cerca regali per la città deserta, torna a casa, Una poltrona per due, festeggia vigilia, mangia, mangia un po' di più, più acidità, apri regali, consegna regali, accompagna fratello, parcheggia macchina in centro, arriva in piazza del Carmine, guarda i capannelli di gente, annoiati in un secondo, ritorna in macchina con addosso il Fantasma del Natale Ciaone, torna a casa, decora la tazza del cesso, dormi, svegliati, febbre.
Tanti auguri a te
Tanti auguri a te
Tanti auguri Gesucristo
Tanti auguri a te.

Buona Domenica, Buona Natalinzia.

venerdì 4 novembre 2016

All'improvviso

Fotografia di Nadia Quaranta
Non mi chieder di descriver la passione
le parole sono convenzioni
e ricalcano i limiti
demarcano frontiere
e risolvono

l'irrisolvibile bisogno 
di comunicarsi al mondo.

Eppure la carne sa ogni cosa
e gli occhi la riconoscono
e i corpi si scoprono impulsivi.
Come un bacio improvviso di amanti
che in strada si vedono soli
nel tutto.

venerdì 23 settembre 2016

Settimo anno

Eh beh, qui la famosa crisi del settimo anno si fa sentire tutta: pochi post, sempre meno recensioni, ormai si vive di rimessa e di rendita. Del resto si invecchia, caro il mio Lettereegiorni, il tempo passa, si cambia e i blog non se li incula più nessuno, manco i loro proprietari. Tutti lì a smanettare con i loro intelligentofoni, con i loro tavoletti, con i loro social. Un momento, salvo che i blog non siano quelli di gente famosa, che allora lì basta registrare una scorreggia e tutti a riprodurla come suoneria - vittime recidive del Gattino Virgola - e a postare in massa l'ultimo video che ha commosso il web.

Ma noi siamo di un'altra pasta Sig. Lettereegiorni, siam di quella razza che "l'è inutile far finta, ci ha trombato la miseria e siamo rimasti in cinta", diceva il sommo vate toscano, Monni. 
A ogni modo auguri, non è da tutti continuare a restare attaccato a un polmone d'acciaio e allenarsi ancora per andare a giocare alle Olimpiadi. Che si fa presto a dire andare a giorcare le Olimpiadi, lo sa che non si faranno nemmeno a Roma ed è un bel problema, se ci pensa, perché con i soldi che non possiede 'ndo cazzo se crede d'annà?

Tanti auguri a te 

Tanti auguri a te

Tanti auguri Sig. Lettereegiorni

Tanti auguri a te!

martedì 13 settembre 2016

Cul in aria #10. Ovvero: scintille di scrittura creativa in cucina

Waiting for Ebollizione dell'acqua

Spiarti è un mio piacere, come spogliarti il tuo. E i miei occhi sono voraci sulla tua carne, sull’increspature, sulle forme. Nell’eccitazione non esiste che perfezione ed è per questo che ti cerco i nei, per trovare nel caos in cui vivo il tuo essere vera che altrimenti sarei incapace di percepire. La nudità è un accogliente lembo di vestaglia che non copre nulla né nasconde, ma anzi afferma, sottolinea, non scivola, per ora, si mantiene mentre con una mano mitighi il caldo e il freddo dell’acqua, mentre soppesi il momento in cui l’esile caviglia distenderà in un istante il piede prima di posarlo nuovamente al suolo. Non sei immobile, ma ai miei occhi sei lenta o forse è il sangue nelle vene che mi rende veloce e ti scorgo espressioni che se non osservassi cautamente non potrei mai notare e invece voglio vedere ogni cosa, voglio saperti solo di occhi, di essenza, di suoni, senza tattilità, senza sapori, goloso e appagato dal tuo solo miraggio

Diventi pelle e come pioggia l’acqua si fa goccia, rivolo, poi scroscio, ti investe bagnando i capelli segue il tuo disegno, moltiplica le tue immagini e la doccia diventa come un cosmo in cui puoi esistere senza riverbero esterno, perché tutto è riverbero e il tuo respirare e il pianto artificiale che precipita sul volto, sono la sola cosa in cui sei immersa.
Senza vociare puoi sentirti come vuoi e puoi sentirti accarezzare e puoi accarezzarti, senza un’estranea presenza il pensiero è così liberato da stanchezza e polvere da poter socchiuder gli occhi, abbandonata al tepore. L’acqua è l’asta di un tamburo, percuote sicura per produrre la musica e tu da maestra l’accordi, la suoni, l’interpreti, in una luce che si opacizza mentre irradia, mentre il vapore riempie i vuoti, ombreggia i muri. 
L’immobilità è la mia febbre, che solo lo sguardo tradisce e quando la tua mano asciuga le lacrime che piovevano fino a poco prima su di te e riapri gli occhi, ritorno al tuo respiro, il mio ritmo.
Ed è il sapere tutto questo a rendere spiarti il mio piacere, come spogliarti il tuo.


sabato 6 agosto 2016

Cul in aria #9. Ovvero: scintille di scrittura creativa in cucina

Waiting for Risotto allo zafferano

La parola neo applica a un sostantivo il concetto di nuovo e rappresenta insieme, nella sua accezione cutanea, il concetto di macchia o di imperfezione.
Ed è così che ti avrei amato, anzi no, che ti amerei: come si ama il nuovo che si incontra e folgora, perché folgorano tutte le prime volte, e come si ama l'imperfezione, che dà senso a tutto il resto, caratterizzandolo.

lunedì 1 agosto 2016

Soundmagazine.it - Pinguini tattici nucleari - Diamo un calcio all'aldilà

È risaputo che siamo indietro come gli zebedei canini – in relazione naturalmente alla fisionomia canina – e, infatti, questa recensione arriva in ritardo con un’approssimazione di circa sei mesi rispetto a quando sarebbe dovuta arrivare.
Ho scoperto questi polentoni ben azzimati dalla gioventù a Dicembre scorso con il pezzone con cui questo secondo disco – Diamo un calcio all’Aldilà – si chiude, Me want marò back; un raggae clamorosamente ben costruito – musica, testo, persino un videoclip esilarante – che rappresenta perfettamente il mio ritardo di cui sopra, dal momento che i Marò son momentaneamente(?) già rientrati.

giovedì 7 luglio 2016

Nichilismo del giorno

Ogni volta che succede una disgrazia, o qualcosa di altrettanto orribile, si verifica la magia della democrazia in cui ognuno può scrivere ciò che vuole, senza peso, parole in libertà, a pioggia come mosche sulla merda.
Ora, dal momento che è sempre interessante constatare come gli analfabeti della forma lo siano frequentemente anche nei contenuti, direi che il diritto di voto può cominciare da qui.
Buon giovedì.

sabato 18 giugno 2016

Frivolezza del giorno

Grazie a tutti e tutte voi - o meglio alla definizione di maggior parte - ho scoperto che il mondo si divide in due categorie nettissime: da un lato quelli che affermano qualunque minchiata - anche corretta - gli passi per il cervello e i loro proseliti e dall'altro I Rosiconi.
La critica non esiste, infatti, più e se esiste è perché si ha qualche cazzo in culo non adeguatamente digerito, del resto vorrei anche vedervi a digerire con l'intestino.
E io sono indeciso tra chiudermi in un mutismo rassegnato e sperare un impedimento di massa nella riproduzione.
Qualcuno scatti una fotografia.
Buon giovedì.

domenica 5 giugno 2016

Ciù Porn is megl' che uan

Una settimana ricca di avvenimenti è importante ricordarla con tutti gli onori del caso, che oggi ci siamo, diceva mia nonna, e domani "o mar' o sà". 
Sicché piacendoci le doppiette vi proponiamo i Porni della settimana.

Nella diapositiva, che dimostra il potere di Twitter e dell'hashtag #porn, potete avere qualche notizia su quest'uscita Frizzifrizzica, riguardante la rubrica Che ne sai tu di porno? e il talent-show più interessante delle ultime settimane: Sex Factor, per non dire di sempre. 

A quest'altro indirizzo, invece troverete la seconda parte della puntata porno di Ufficio Reclami, condotta da Massimo Vitali, che mi ha gentilissimamente invitato perché sa quanto unisca in me pratica e grammatica dell'argomento.

Buona lettura e abbiate prudore!


sabato 4 giugno 2016

Accadimenti estemporanei di ieri sul nostro domani odierno

Mentre le ragazze che non diremmo più teen, ma nemmeno trentenni si affrettano quasi a cedermi il posto a sedere sull'autobus, in quella rincorsa a chiamarmi "signore" e a darmi del lei, le mamme, alle casse dei supermarcati o in fila per qualcosa, mi salutano dandomi del tu e sorridono gioviali e scambiano battute complici sui figli discoli e sulle vacanze al mare, mettendo le mani sulle loro fedi: a indicarmele, sì, ma anche a nasconderle; e cercano anche di sapere quanto ci ho messo a farmi crescere i capelli o quanto sia abbronzato nonostante il tempo.
E a questo punto, per questo essere sempre fuori tempo non so se sentirmi lusingato o preso per il culo dalla vita.
Nella didascalia musicale di Pretty Vacant cuociono due bistecche di suino, che non hanno niente a che vedere con il resto del discorso, ma sono il mio pranzo.
Buon sabato e buona prandialità.

venerdì 29 aprile 2016

Frivolezza del giorno. Prepensionamento

Ieri girovagavo per Bologna sulla bicicletta di un amico, che con la Primavera tutto diventa piacevole quanto basta da non trasformarsì in chiazze acquose sparse per il corpo e facce paonazze, e in quell'ultimo scampolo di vita che si attacca alla vita, che chiameremo orgoglio per facilitarne la comprensione, nel costatare l'andatura di un ragazzo di vent'anni tronfio sulla sua Bianchi, ho cominciato a pedalare anch'io.
Dall'Unipol alla rotonda antistante l'Xm non ho idea quanti metri di strada ci siano, ma li abbiamo fatti a un'andatura pazzesca io su questa montain bike, lui sulla sua Bianchi, schivando macchine, trovando tutti i semafori sul verde, senza nemmeno guardarci tra di noi. Non so esattamente cosa ci fosse in palio per lui, per me solo la velocità, era solo una questione di velocità. Per larghi tratti ho pensato anche: "Bada lì se ti svernicio", ma il senso era gareggiare fino all'arrivo di uno dei due.

Alla rotonda della mia destinazione, quella dell'XM, nonostante momenti alterni, nonostante tutte le risorse di muscoli e polmoni mi aveva staccato di buoni venti metri, è in quel momento, mentre assaporavo la beffa dell'ammettere che quel fine anni novanta mi aveva fatto un culo da record, che ho pensato al prepensionamento.
Basterà abituarcisi, forse.
Buon venerdì pomeriggio.


giovedì 14 aprile 2016

Aforisma del giorno

Trent'anni:
Singolare decennio della vita umana durante il quale gli amici si sposano e figliano e i personaggi famosi della tua infanzia muoiono.

giovedì 24 marzo 2016

Frivolezza del giorno

Estitica, s.f. 
1. Settore della filosofia che si occupa della conoscenza del bello naturale e artistico, ma con difficoltà nella comprensione e rielaborazione.

domenica 13 marzo 2016

Soundmagazine.it - Intervista agli Eugenio in Via Di Gioia (Febbraio 2016)



Sono passati ormai quasi due anni dalla prima volta che li vidi in un mini live durante Il Tutto Molto Bello – manifestazione musico-calcistica bolognese che coinvolge a livello nazionale molte dell’etichette indipendenti del nostro panorama musicale - e da allora son diventato uno dei loro più accaniti fan. Si parla degli Eugenio in Via di Gioia, progetto artistico tra i più giovani e propositivi degli ultimi anni che dopo aver co-vinto (si potrà dire o dichiariamo licenza poetica?) il premio Buscaglione, hanno nel Settembre scorso vinto il Rivelazioni Live di Keep On dell’anno 2014/2015. Li abbiamo seguiti live, li abbiamo visti su palchi grandi in aperture ad altre band e in minuscole sale affollatissime e a noi ci piacciono di molto, vi dirò. Sicché alla fine, ma magari è un inizio, riuscimmo anche a intervistarli. Tutti e quattro.

Attualmente portano in giro il loro primo disco “Lorenzo Federici”, che è stato a sua volta preceduto da un Ep.

sabato 12 dicembre 2015

Di mondi di cui ci si sente parte e di ottima scrittura (non mia)

Qualche giorno fa, per essere petulanti, prima che possa esserlo qualcun altro, il 4 dicembre, Vecchioni, il cantautore, quello che "ha anche vinto un Festival di Sanremo" [cit.] - che usato così il mica cotiche è automatico -, ha osato affermare l'inaffermabile, additando la Sicilia come isola di merda che si butta via, che svende e non difende la sua bellezza, popolata da incivili incapaci di vivere socialmente come un unico insieme - mafia e Questione meridionale a parte - ha proprio parlato di uomini, donne e quotidiano
"E arrivi tu dopo otto giorni? Ben svegliato principessO", direte voi.

Io non sono siciliano. 
Sono nato a Taranto - so già tutto guarda, non cominciamo con i senti chi parla - da genitori tarantini, mio padre è invece figlio di genitori siciliani, loro sì: di mia nonna Maria so poco e nulla, silenzioso il suo passato come piena di Ave Marie la sua vita, di mio nonno Vincenzo so che fu figlio di un armatore di una ricca famiglia milanese con pure un palazzo nel centro di Milano, e visse, dove nacque, ad Augusta fino a trasferirsi a Taranto. Della Sicilia so quello che le mie quatto visite in trentacinque anni mi hanno lasciato, i racconti ricevuti, quel che ne ho letto e sento che le parole di Vecchioni le potrei riferire anche Taranto, motivo per cui il suo dire lo ritengo un buon dire.
Ma tornando al "ben svegliato", è che oggi mentre cazzeggiavo sulla rete cercando nuovi spunti e letture mi sono imbattuto in una pagina memorabile che vorrei dire di giornalismo, ma diciamo, forse meglio, di lettera ai lettori, un editoriale (ecco!), che mi piacerebbe talvolta leggere su tutte queste testate con i nomoni, perché sì, magari sentirsi dire alcune cose fa incazzare, però l'intelligenza e anche l'onestà intellettuale sono beni necessari.

Così, mentre ho dovuto sorbirmi i vostri moti di orgoglio, che invece vorrei quotidiani e non solo presenti quando mossi da pseudo-affronti esterni e mi alletta l'idea di farvi presente che è il caso di riconsiderare, e molto, la propria intelligenza, se la presunta accusa a un mondo di cui ci si sente parte la si vive come un'accusa personale, ringrazio Renato Polizzi, che potrei non aver mai nemmeno la fortuna di incontrare casualmente su Facebook, per quanto scritto e che vi consiglio di leggere.

http://www.itacanotizie.it/siciliani-brutta-gente-vecchioni-ha-ragione/
Buona lettura quindi e buon sabato.

Ps. Ad un argomento si risponde con attinenza, bofonchiare "Siamo stati culla e faro della cultura mediterranea"; "Abbiamo prodotto Pirandello, Sciascia e... Leo Gullotta"; mi fa venire in mente da un lato il: "ma ha fatto anche cose buone" di post-mussoliniana memoria; dall'altro: "... e le foibe?".

sabato 14 novembre 2015

Parigi val bene una messa. Ovvero: "Complessivamente schifo anche al cazzo"

Un mese e mezzo di silenzio, non che non avessi o non abbia cose da dire, ma questo non è un diario, ho sempre evitato di usarlo come se fosse un raccontami cos'è successo oggi. E invece è arrivata l'attualità. Dovremmo essere tutti informati di cosa sia successo nella notte di ieri a Parigi, se non lo foste leggete qui, qui, qui, e qui.
Non avrei mai scritto per i motivi di Parigi, non perché i fatti non siano importanti, ma perché è la  mia voce a non esserlo per i fatti e di fatto non scrivo della notte parigina, ma di questo:


E quindi faccio appello a quanto già scritto altrove: ma voi questa puzza di merda non la sentite? Ve ne sentiti immersi? Lo sapete che siete voi a produrla per primi? 
Ma, mi si dirà, voi non siete tra quei cerebrolesi che inneggiate al razzismo, no, infatti, voi siete quegli altri che cambiate la vostra faccia con la bandiera della Francia e mettete emoticon - EMOTICON PORCA PUTTANA - per esprimere la vostra tristezza per qualcosa di così immenso che nemmeno avete gli occhi per percepire. Ma prego, fate pure sentire che ci siete spegnendo le luci alle 18.00, ops esattamente ora che vi scrivo.
A proposito riuscite a leggermi al buio? 

V A F F A N C U L O

Siete così pidocchiosi, a fronte di ogni forma di tragedia, da essere non molto meglio di tutto quel giornalismo che usa la sofferenza altrui per scriverci sopra milioni di litri di liquami biologici, solo per ricevere click da gente come voi. 
Siete subumani al pari dei razzisti, nemmeno di un'unghia la vostra ipocrisia è migliore della loro lapalissiana inettitutidine. Siete una pubblicità sulla povertà che mostra bambini africani ingrassati da aria, malattie e acqua insalubre su cui nugoli di mosche si posano senza sosta. 
Siete non meno di quegli altri interdetti nell'encefalo, lo scempio di cosa la democrazia del pensiero, per cui ognuno può dire la sua, arrivi a creare quando privata di consapevolezza e responsabilità.
Tutto questo fa complessivamente schifo anche al cazzo.
Buona lettura, sì, ma buon sabato?

giovedì 24 settembre 2015

Sesto anno

Questo post sarebbe dovuto uscire ieri, se solo qualcuno avesse avuto il tempo di scriverlo.
Invece è uno dei tanti auguri in ritardo che compaiono per il web: di quelli che "guarda te li stavo per fare poi son rimasto chiuso fuori di casa e non ce l'ho fatta", ma anche di quelli che "eh, sono proprio il solito, scusa e auguri in ritardo" oppure quegli altri che "Oh, comunque auguri, eh!". 
Così, più o meno.
E invece noi avremmo voluto qualcosa di più esplosivo, ché a sei anni alla tua età io già facevo la primina da un anno e raccoglievo lucertole ed entravo nei bagni delle bambine della mia età per vedergli le mutande bianche!
Purtroppo però dopo una settimana di Cammino di Santiago e Vigo e isole Cies, siamo a Madrid e c'è il Sole, 28° e Ryanair ci ha portato davanti a una connessione internet solo oggi.
Per cui:
Tanti auguri a te 
Tanti auguri a te
TantiaugurinritardoLettereegiorni
Tanti auguri a te!
Buona lettura e buon giovedì.

 

venerdì 11 settembre 2015

venerdì 4 settembre 2015

Aforisma del giorno

"Ché l'attesa sarà anche essa stessa piacere, ma il piacere non è che abbia molta voglia di attendere"

venerdì 21 agosto 2015

Nichilismo del giorno: In morte di un mafioso

Pare che alla tenera età di 65 anni un mafioso di qualche stampo sia morto di qualcosa non ben specificato e il funerale sia stato celebrato in una qualche chiesa romana.
Ora, senza star nemmeno a sperticarmi in sproloqui su nostra madre Chiesa e sul suo modo di riconsiderare la meritocrazia dell'Aldilà, ché son cose loro, di celebrazione si è trattata dato che i nostri sempre capaci giornali parlano di evento, con tanto di carrozza, elicotteri a gettar petali sulla folla e prefiche al seguito del circo.
E mi fa venir in mente quando una fiction è sul filo dell'esaltazione della malavita, come se tutto diventasse epico o carico di un qualche significato encomiabile tipo: "Non son criminali, son birichini arricchiti". 
E invece no, son stronzi con la prepotenza in mano.
Ed è sempre bellissimo quando la realtà diventa fiction e il linguaggio subisce queste deviazioni mentali.
All'anima de li mortacci vostra, loro e della vostra deontologia professionale che ormai si chiama "leccoculi".
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