Sento cadere qualcosa è uno di quei titoli che ha l’imbarazzo della lettura, in tutti quei pieni puntini di sospensione che attendono la scoperta di cosa sia effettivamente caduto.
E ci sono tutti, non disciplinatamente dipanati forse, ma sicuramente raccontati, d’altro canto le storie d’amore, le relazioni, più che spiegate possono solo essere raccontate.
Ed è questo che la Filarmonica municipale LaCrisi, forte della vittoria al premio Ciampi del 2014 e della produzione di Alessandro Fiori, fa con questo disco, dipana rette che diventano improvvisamente spirali e poi onde, per ritornare rette, ma solo perché ogni traccia ha un inizio e una fine, non perché il racconto del brano abbia trovato già una sua definitiva compiutezza, la sua chiusura.
Lo fa nei testi, ora più corposi e densi – Io mi procuro dei soldi; Più di così – ora più incalzanti febbrili quasi allitterati nel loro inseguirsi di parole – Negozio di dischi; Il mondo alla rinversa – ora, infine, più poetici e allegorici – Demolizione della Terra; Io rimango solo. Ma lo fa anche attraverso una musicalità vezzosa, notevole, ben miscelata e armonizzata, sia nelle pause strumentali – Zeman; Sento cadere qualcosa – sia in accompagnamento al cantato, oscillando dolcezza pop, a sincopatie psichedeliche e a elettricità da sintetizzatore.
Ed è questo che la Filarmonica municipale LaCrisi, forte della vittoria al premio Ciampi del 2014 e della produzione di Alessandro Fiori, fa con questo disco, dipana rette che diventano improvvisamente spirali e poi onde, per ritornare rette, ma solo perché ogni traccia ha un inizio e una fine, non perché il racconto del brano abbia trovato già una sua definitiva compiutezza, la sua chiusura.
Lo fa nei testi, ora più corposi e densi – Io mi procuro dei soldi; Più di così – ora più incalzanti febbrili quasi allitterati nel loro inseguirsi di parole – Negozio di dischi; Il mondo alla rinversa – ora, infine, più poetici e allegorici – Demolizione della Terra; Io rimango solo. Ma lo fa anche attraverso una musicalità vezzosa, notevole, ben miscelata e armonizzata, sia nelle pause strumentali – Zeman; Sento cadere qualcosa – sia in accompagnamento al cantato, oscillando dolcezza pop, a sincopatie psichedeliche e a elettricità da sintetizzatore.
L’album è molto maturo, nella forma e nel contenuto e davvero non ho molte altre parole per esprimere quanto sia piacevole ascoltarlo, quanto sia piacevole il pensiero di dedicarsi a un lavoro così ben fatto, così compiuto nella sua voluta sensazione di creare sospensione e attesa, soprattutto emotiva.
Buon ascolto!
Buon ascolto!
Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l'opportunità!
Nessun commento:
Posta un commento
Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.