Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

domenica 7 aprile 2013

Marta sui Tubi live (5 Aprile 2013)

D. Di Carlo - Alessandro Grazian
"E' un uomo fantastico e come tutti gli uomini fantastici è pelato"
Giovanni Gulino - Indovinello 
 
Lo so, non me lo dite, lo so.
Ne ho parlato ormai in tutte le salse.
Ma mettetevi nei miei panni: erano a Bologna - nel pomeriggio avevo mancato lo showcase in formazione ridotta alla Galleria Acquaderni - era la prima data in città del nuovo disco - e del tour - potevo mancare?
Tra l'altro son arrivato in ritardo come i redattori della domenica i V.I.P., in un Estragon già riempito dalle note cupe e molto più rock di come le ricordavo del cantautore padovano Alessandro Grazian, ma è l'ultimo istante, il tempo di entrare e mi arrivano i suoi saluti rivolti al pubblico e i ringraziamenti al locale per averlo ospitato, seguiti da quei motivetti d'ambiente che popolano la filodiffusione degli ascensori, mentre le porte sono chiuse tra un piano e l'altro e gli occupanti guardano in tutti gli angoli più disparati pur di non dare adito all'attaccar bottone di nessuno, sorridendosi timidamente solo nell'incontro dello sguardo altrettanto sfuggente dell'altro. Vabbè non proprio quel tipo di pezzi, diciamo più questo:
Ed è avvicinandomi al palco che mi accorgo della mutazione avuta dalla batteria di Ivan: dove dalla prima volta che li ho visti live - e per tutte  le volte successive - campeggiava un collare rosso, sostituito adesso da un disco nero che s'irradia in pulviscolo a formare la corona lunare. Tutt'intorno, a delimitare il palco formando una semicirconferenza, le luci rimbalzano su verticali superfici riflettenti.
D. Di Carlo - Carmelo Pipitone
Non appunto nemmeno tutto quello che mi passa per la testa che tutto si fa buio e, improvvisamente, tremoto [cit. nec.], con la gente che urla e i Cinque che dopo essersi sistemati aprono con la prima canzone de La Luna e le spine, quel Primo volo dal finale esplosivo, sorprendente. Un attacco che è insieme una presentazione al mare di gente in piedi, puzzle composto di visi conosciuti e tanti più giovani e nuovi.


Mi aspettavo un concerto in cui il quinto album sarebbe scorso come un diretto per la città senza fermate nel mezzo e, invece, non passano che tre canzoni - Primo Volo, Dispari e I nostri segreti - che Boschi imbraccia il basso in sostituzione del suo simbiotico violencello, Paolini spara un giro di batteria che nell'improvviso riconoscerlo mi lascia di stucco e mentre sul palco parte in loop "tu puoi diventare tutto quello che ti pare", in platea comincia lo scannatoio del pogo sulle note de L'unica cosa - solo un primo giro di una giostra che si ripeterà durante la serata
D. Di Carlo - Mattia Boschi
E così continuano per un tempo che mi è parso lunghissimo - almeno due ore - a oscillare tra rimembranze dei passati dischi e i brani nuovi, inframezzando l'alternanza musicale a delicate dimostrazioni d'affetto rivolte a Dalla, ad affabulazioni e racconti di Gulino, con un Pischedda a commentare mimicamente sornione dalle retrovie del quadrante sinistro le fini diciture guliniane, resistendo al lancio di una rosa di plastica lampeggiante piombato sul palco apparentemente senza che nessuno dei ragazzi se ne accorgesse - noi sappiamo chi è stato ma non lo diremo - e a cartelli in cartone che alla fine di Polvere sui maiali dichiarano amore a Pipitone, fino alla chiusura dei brani contenuti nel disco con la Sanremese Vorrei e, più in generale, del loro spettacolo con Cinestetica.
D. Di Carlo - Giovanni Gulino, Ivan Paolini, Paolo Pischedda (nascosto)

Tre volte entrano e tre volte escono, lasciando sempre più facce sorridenti intorno, fino all'arrivederci, agli inchini e al buio del deejay set. 

Mentre scrivo questo resoconto gli occhi mi stanno cadendo su quel Live Estragon stampato in blu sul dorso della mia mano sinistra, malaticcio già all'origine, e mi chiedo, anzi penso senza punto di domanda, a quanta acqua e sapone dovrò usare per toglierlo. Del resto sono solo i ricordi che avrebbero il dovere di restare indelebili.
... anche quelli di non essere entrato nel backstage pensando, erroneamente, che una porta chiusa non si sarebbe aperta per lasciarmi entrare.
D. Di Carlo - Foto di Gruppo

Ps. Tutte le foto sono proprietà di Domenico Di Carlo, che potete ammirare qui, a cui vanno i miei sentiti ringraziamenti! N.b. Niente furbate, se le volete prendere, prima chiedetele. Grazie.  
Pps. A proposito, mica l'avevo capito che la seconda voce di Polvere sui maiali era di Mattia.

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