Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

venerdì 4 gennaio 2013

Richard Powell - Vacanze matte

Titolo originale: Go pioneer go
Autore: Richard Pitt Powell
Anno 2011 (1959)
Pagine: 334
Edizione: Einaudi Stile Libero Big

"Vidi dalla sua faccia che non gli avrebbe reso la vita più allegra se gli dicevo che l'errore era stato suo. Così tenni il becco chiuso. Del resto papà non aveva tutti i torti. Quando una cosa è abituata a raccontarti frottole non è onesto che da un momento all'altro si metta a dirti la verità."

"- Toby, può darsi che io non abbia molto di quel che occorre per essere donna, ma ti assicuro che di quello che chiamano intuito femminile ne ho in abbondanza.
Come discorso era un po' troppo complicato per me, perciò mi limitai a rispondere:
- E ti sta molto bene, Holly. Fai proprio un figurone."

Scrivere in chiave comica, senza apparir inutilmente trash o sboccacciati, è probabilmente una delle cose più complesse per qualunque scrittore, e il trovare sempre nuove possibilità sul filone è una delle mie costanti ricerche.  
Ora, io non saprei nemmeno da dove cominciare per parlare di questo capolavoro di letteratura comica. Non sto scherzando, davvero non lo so. Ché poi anche senza sapere nulla riguardo all'autore e al romanzo, per sceglierlo mi son bastati: il titolo, il quadro in due parti, Going and Coming di Rockwell che fa da copertina dell'edizione einaudiana e la quarta (di copertina) come sempre inesatta, ma quest'ultima cosa ho potuto constatarla solo dopo, naturalmente. Sentivo, no, sapevo però che mi sarebbe piaciuto già prima di leggerlo.

Quello che invece non potevo immaginare è quanto Powell con la sua America senza tempo, che solo per ragioni descrittive assomiglia fisicamente a quella degli anni Cinquanta e con la sua famiglia Kwimper della contea di Cranberry, New Jersey, mi avrebbe fatto sbellicare.

Questo nucleo di esseri umani composto da: Papà Kwimper, figlio maggiore Toby, gemelli adottivi intercambiabili, Eddy e Teddy e Holly, babysitter estranea alla genia, disintegra e ricostruisce, il mito del pioniere americano trasfigurando surrealmente la sua dedizione al concetto di patria e Stato e ri-inventa un nuovo significato al concetto di superare ogni avversità grazie alla determinazione dello spirito. E lo fa con un intreccio semplicissimo: di ritorno da una vacanza primaverile di un mese e mezzo, la famiglia, mi correggo il capo-famiglia, al volante della propria macchina, ormai quasi a secco di benzina, decide di imboccare una strada passando di fianco a uno sbarramento addobbato da un cartello: 
Assolutamente vietato il transito al pubblico
finendo per far ritrovare tutti isolati e sperduti con niente di civile attorno se non una bellissima strada asfaltata. Da questo momento in poi ogni accadimento è tutto merito dei cinque personaggi, compreso di traccia, svolgimento e conclusione
Vacanze matte - che alla luce della lettura, ha meno forza e soprattutto meno significato di Go pioneer go - è surreale e scorrevole con un ritmo che coinvolge e che rende partecipe il lettore di ogni piccola vittoria di questa famiglia di bifolchi, che tra l'altro come i veri bifolchi - de original bifolx - sono semplici, coriacei, naturalmente divertenti.
La cosa più esilarante che questo gruppetto di ghiozzi riesce a innescare, è il capovolgimento del Sogno per eccellenza americano, quello di uno Stato amico e di un cittadino che integrato in un insieme costruisce la propria dignitosa vita, attraverso il merito, l'intuito, la volontà. E questo accade mentre dovrete stare attenti a non sembrare matti agli occhi degli astanti che vi vedranno ridere con il libro in mano, da soli
Nella brillantissima prefazione di Francesco Piccolo c'è scritto tutto il significato dell'opera, la potenza concettuale, quel partire dai Simpson per arrivare ai loro precursori, i Kwimper, modello più cialtrone, protopop della televisivissima famiglia gialla ma anche, secondo me, più elegante, in senso espressivo, e meno ripetitiva. Ma voi, anche dopo averlo letto attentamente, anche dopo averlo elaborato, ingurgitato e digerito, ecco, sì voi, non ci penserete più, forse solo una cosa vi resterà addosso come uno spettro, l'aver dimenticato, in questo assorbimento nel presente, quanto pesante sia il futuro, quale sia il costo dell'essere un Kwimper, quanto a buon mercato sia stato il diventarlo.
Buonissima lettura!


Ps. Adesso godetevi Elvis, protagonista nel 1969 de Lo sceriffo scalzo (Follow that dream), film di Gordon Douglas ispirato al romanzo 


Follow that dream, I gotta follow that dream
Keep a-movin, move along, keep a moving
I've got to follow that dream wherever that dream may lead
I've got to follow that dream to find the love I need

When your heart gets restless, time to move along
When your heart gets weary, time to sing a song
But when a dream is calling you,
There's just one thing that you can do

Well, you gotta follow that dream wherever that dream may lead
You gotta follow that dream to find the love you need
Keep a-movin, move along, keep a moving

Got to find me someone whose heart is free
Someone to look for my dream with me
And when I find her I may find out
Just what my dreams are all about

I've got to follow that dream wherever that dream may lead
I've got to follow that dream to find the love I need
I've got to follow that dream wherever that dream may lead
I've got to follow that dream to find the love I need
Keep a-movin, move along -ad libitum

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