Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

mercoledì 17 ottobre 2012

Soundmagazine.it - Etnia SuperSantos - L'abominevole uomo delle fogne



Selezionare eventuale altro
 prodotto o ritirare il resto.
Grazie e arrivederci!!!
… dalla terza di copertina

Etnia Supersantos, come quella di cui fa parte tutta quella genia, che ha visto calciare, volare e bucare - e poi ha ripetuto all’attivo: calciando, facendo volare e bucando - quella sfera a spicchi arancioni di duecessentogrammiepocopiù chiusa in un sacchetto reticolato di plastica, così si chiamano questi miei conterroni pugliesi e L’abominevole uomo delle fogne, è il loro ultimo disco pubblicato dai tipi di Adesiva discografica ed Edel.

L’album, è un concentrato genuino e gagliardo di generi musicali viaggianti tra il rocksteady e la disco ’70, tutti al servizio di una fine dicitura attenta al sociale. Questi ragazzi dimostrano di saper bene cosa significhi tirare avanti in questi tempi di crisi e lo fanno gridando, pane al pane e vino al vino, tutto il loro “io non ci sto” [cit. nec.] già con la loro prima traccia: La jungla, le scimmie, le liane, dove è messa in evidenza la prepotenza delle scimmie (si parla di oranghi) e la necessità di trovare un patrono cui aggrapparsi, da cui farsi difendere. Ma è un sottile teatro umano, quello in cui si spingono sempre più approfonditamente e, con sempre costante fermezza nei sessanta minuti di disco. Sfilano in ordine sparso, tra gli altri: le importanti attenzioni sportive di una Nazione (naturalmente una a caso, ogni riferimento a persone e luoghi è sempre puramente casualen.d.r.) e il suo bisogno di vincere la noia attraverso il casalingo tubo catodico; il problema di come pagare la droga ricercando la felicità; quello di sentirsi vivi anche solo parlando un secondo con Topo Diggei;  la difficoltà di un uomo che vorrebbe desiderarla di più, ma non trovando nel mondo un aiuto degno, per necessità esistenziali, trova altri rimedi, sfogando così le sue pulsioni. Ma ogni parte di questo sipario, nasce solo per L’abominevole uomo delle fogne, che fa un po’ da maestoso andante dell’album, oltre che da titolo, una musica giostresca dall’aria nostalgica a raccontare la storia di viaggi che mai riusciremo a fare e amicizie e relazioni che tra noi non nasceranno mai e parafrasando il testo:
magari noi non ci incontreremo mai
ma i nostri rottami sì mentre van giù
per lo scolo dello scarico…
Andata, quindi, e ritorno.
Gli Etnia Supersantos con quattordici tracce ri-modellano a più riprese la parola leggerezza, dimostrando adattamenti musicali e qualità artistiche piacevolissime, perfettamente in tema, perfettamente narranti.  Una risata vi seppellirà dissero i saggi, via, potrebbe andare peggio “attento ancora inciampi e caschi giù”, potrebbero rispondergli questi ragazzi.
Buon ascolto!



Ps. Ringrazio Soundmagazine e Valentina per l'opportunità.

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