Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

giovedì 8 dicembre 2011

Soundmagazine.it - Buen retiro - In penombra

…dodici ombre che attraversano
la metamorfosi della penombra;
quando luce e buio s’incontrano
dando vita a inattesi cambiamenti …



Oggi mi sono svegliato con in mente questa parola panopticon, non conoscendo l’esatto significato, quello per intendersi che superava la traduzione greca “che fa vedere ogni cosa”, come da mia buona abitudine faccio sempre, sono andato a cercarlo sulla rete e mi è venuta in soccorso Wikipedia: il Panopticon, nato da un’idea di Jeremy Bentham, è una costruzione radio centrica all’interno della quale un solo guardiano può osservare tutti i prigionieri senza che questi siano  in grado di stabilire se sono osservati o meno e reputando di essere sempre osservati scelgano quindi di mantenersi sempre disciplinati. Bene, e tutto questo che c’entra direte voi?

Immaginate di potervi mettere al centro della vostra mente, di osservare da spettatore assoluto quel che vi accade intorno senza subire alcuna alterazione esterna. Siate solo occhi.
Poi prendete  In Penombra, l’ultimo concept album dalla lunghissima gestazione, pubblicato dalla Deambula records, dei Buen ritiro, band pescarese attualmente composta da Mauro Spada (voce e basso), Francesco Politi (chitarra), Loreto Di Giovanni (chitarra) e Carmine Blasioli (batteria), una composizione di sessanta minuti fatta di tre momenti distinti: luce, semioscurità e buio, in ognuno dei quali è tenuta stretta la vicinanza tra disperazione e speranza, tra mutamento delle relazioni umane in base allo scorrer del tempo e la ricerca di ossigeno che possa risolvere le difficoltà, questo esprimendo ogni sensazione con suoni cupi, psichedelici ma anche lunari, tribali, poetici e viscerali. Dodici tracce, di una ben accorta simbiosi tra musica e parola, che quando non con la poesia vi trascineranno in un gorgo di sensazioni con i giochi strumentali, fino alla distorsione finale, quasi ghost-track, di Montagne, ultimo riverbero di un passaggio alla ricerca di nuova consapevolezza.

Ricordate, voi nell’opera siete il centro, siete gli invisibili spettatori, a voi tocca la parte difficile quella di osservare il bianco scolorire nella gamma dei grigi, fino a diventare nero.
Questa volta però non dovete vedere il cambiamento, ma ascoltarlo, siate orecchie.  
Buon ascolto.
Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l’opportunità.
Pps. Ringrazio Marco Campitelli per il disco, che la Deambula attraverso la distribuzione di Lunatik mi ha spedito graziosamente a casa.

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