Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

sabato 19 novembre 2011

Incontro con l'autore - Matteo Nucci (17 novembre 2011)

"La corrida è basata sul fatto che è il primo incontro
tra l'animale allo stato selvaggio e l'uomo a piedi. 
Questa è la premessa fondamentale della corrida moderna;
che il toro non sia mai stato prima nell'arena"
Ernest Hemingway

Per l'ultimo incontro di questa terza settimana novembrina non mi son ritrovato, come già in altre occasioni a sparare nel mucchio (leggasi 'ndo cojo cojo), ma spinto anche dal mio totemico animale astrologico guida richiamato nel titolo del libro, ho delibaratamente scelto di potermi immergere nell'ambiente accogliente dell'equosolidale Cafè de la paix, davanti al quale ero pure spesso passato nel mio girovagare per Bologna, senza tuttavia fermarmi mai. Qui veniva a prepararsi l'incontro con Matteo Nucci. Il già presente alla cinquina finalista del premio Strega 2010 con il libro Son comuni le cose degli amici, ripropone la sua prosa gagliarda con un libro (edito anche questo dalla Ponte alle grazie) che, parole testuali del suo introduttore Gianluca Morozzi (non ci si vedeva da un po' e quindi mi faceva piacere andarlo a trovare a una delle sue presentazioni), "farà come minimo discutere". A moderare, il morbidissimo e piacevolissimo preserata, anche uno tra i più eminenti blogger italiani dell'argomento corrida (se non il più eminente), Luigi Ronda. Ecco, diciamo che con quest'ultima battuta mi son bruciato l'effetto sorpresa, ma, via, tanto prima o poi avrei dovuto farlo comunque. Sì, il libro racconta il mondo della corrida visto con gli occhi di un turista italiano in viaggio per la Spagna, o per lo meno questa è una delle letture proposte. 


Il toro non sbaglia mai, è un titolo che riflette già alcuni dei molteplici contenuti scelti da Nucci per forgiare l'armonia del suo libro e crea quindi da subito un filo diretto con i legami filosofici così ben permeati nella struttura del romanzo; ad esempio, il concetto di crisis greca, come momento di catarsi e cambiamento offerto dalla scelta, che nel caso della corrida si sviluppa secondo la formula che è solo l'uomo a poter sbagliare la sua strategia, il toro invece proteggendo solo il territorio che considera suo, fa sempre quel che è chiamato a fare dalla sua natura. E quindi per conseguenza diretta non può sbagliare.


Come ricordo di aver letto già in merito al suo primo libro, anche questa prova, maturata nella sua gestazione nel corso degli anni, ha tre strati di lettura, naturalmente ben intrecciati tra loro: il primo coincide con lo sviluppo stesso della trama, dove un italiano "approda" in Spagna, si avvicina al mondo della Corrida e seguendo le orme e gli insegnamenti di un ex-torero fallito, scopre che dietro una semplicistica visione che la vuole barbarica espressione dei discutibili gusti umani, si cela l'arte di una vera e propria liturgia atta a celebrare la morte; il secondo strato è perfettamente incentrato sulla tauromachia, ed è permeato dal concetto filosofico antico di ingannare con verità (l'inganno nella Corrida è la prima delle due cappe usate dal toreador n.d.r.) e da quello di combattere il proprio toro interiore; quindi l'ultimo strato, in cui il mondo dei filosofi pre-socratici si unisce alla voce appassionata e artistica della Corrida, ricevendone in questa catarsi il suo prodigioso eco.

Son tante le cose che non si conoscono e di cui si parla a sproposito, ricordo in tal senso che quando ero a Siena sentivo molto spesso dire che solo i senesi potevano capire il Palio. Ecco, forse solo per gli spagnoli è davvero possibile arrivare alla verità insita in questa celebrazione della morte così lontana dal modo di vedere occidentale, agli esterni non rimane altro che provare, ed il libro di Nucci è egregio in questo tentativo, un avvicinamento, anche emotivo, verso una forma d'arte che non ha niente a che vedere con la frase fatta "o la si ama o la si odia", ma che è tutta contenuta in questo pensiero: "ognuno è il suo toro" e bisogna stare attenti e comprenderlo, perché il Toro non sbaglia mai.
A presto e buona lettura!

Ps. Curiosità frivola perché l'essere bislacco della vita a volte supera davvero lo scibile umano. Luigi Ronda, per la serie "Nomi parlanti", condivide già nel nome un qualche legame con la Corrida; difatti la festa spagnola per eccellenza, come noi la conosciamo oggi, nasce nella cittadina andalusa di Ronda.
Pps. Quest'ultimo incontro nelle sue dinamiche così conviviali e discorsive è stato il perfetto completamento di una settimana di presentazioni e se vogliamo assecondare la superstizione, questo è un altro punto a favore del titolo!

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