Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

venerdì 24 giugno 2011

John Le Carré - Ronnie, mio padre

Titolo originale: In Ronnie's court
Autore: David Cornwell  alias John Le Carré
Anno 2006
Edizione:Mondadori
Pagine: 103
 "... ogni volta che sono spinto 
all'ammirazione nei suoi confronti,
ricordo le sue vittime. ... 
Ronnie ha mai calcolato quanto costa
essere il figlio eletto di Dio? ..."
Certe volte non leggere la quarta di copertina, cioè niente di più niente di meno di come faccio io quasi sempre quando mi ritrovo davanti a un libro, è davvero una iattura; cioè si è così attratti dalle parole stampate su quel raccoglitore di fogli di carta stampati da non "perdere" tempo a vedere di che si tratta. 
Ecco, non dico che non vada bene, solo che è facile non trovare quel che si sperava, ad esempio io speravo di trovare un romanzo di Le Carré, agli annali David Cornwell (o mi sbaglio?), invece ho trovato la biografia che lui ha scritto per stigmatizzare la repulsione/attrazione provata per suo padre.

Tanto per cominciare con una polemica, mi piacerebbe chiedermi se basti saper scrivere per farsi pubblicare la biografia di un padre, oppure è necessario firmarsi Le Carré? Perché vorrei vedere davvero la Mondadori pubblicare la biografia paterna del primo autore con una penna accettabile. Uso accettabile, perché non è che la prosa dello scrittore in questo caso sia particolarmente avvincente, questo pur raccontando la vita di un figlio di buonissimadonna (con tutto il rispetto). Chi tra noi non ha un amico figlio di puttana? Non uno stronzo egoista che pensa solo a sé e che considera gli altri intorno a lui merda, quello non è un amico. Io parlo di quel tipo di persona che quando fotte qualcuno, non lo fa con cattiveria, magari solo con un poco di cialtroneria, insomma la sua natura affabulatrice ha la meglio sulla sua etica morale. La linea è in effetti sottile, ma poniamo che sia ben visibile, abbastanza da non lasciare dubbi sul fatto che la persona in questione appartenga alla seconda tipologia. Bene, ora al posto dell'amico metteteci vostro padre. E' evidente il motivo per cui poi la gente cresce mentalmente labile.

Se c'è una lista di libri di cui poter fare a meno, "Ronnie, mio padre" si candida a farne parte e non c'è alcuna acrimonia nel dirlo, semplicemente il libro non racconta nulla che possa davvero meritare d'essere raccontato, anzi non è corretto, che meriti di essere letto (almeno in questi termini). Certo, il Ronnie è un "personaggio", anzi senza dubbio, ma forse la consapevolezza che si tratti di una biografia e anche lo stile con cui Le Carré tratteggia il suo passato su carta, sterilizza quel poco di mordente che quel Lupin-tragico del padre potrebbe regalare all'attenzione del lettore.
Buona lettura.

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