Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

domenica 5 giugno 2011

Edward Bunker - Animal factory

Titolo originale: The animal factory
Autore:
Anno 2004
Edizione: Einaudi Stile libero noir
Pagine: 237
 

"Chi trova un amico trova un tesoro"
motto popolare 

Edward Bunker è uno di quegli autori che non hanno bisogno di un’intera bibliografia per essere scoperti davvero, infatti il suo lato stronzo e la sua dissacrazione della società è talmente lampante, da mostrarsi senza alcun mistero in ognuno dei suoi lavori.

La storia di Animal factory, da cui il buon Steve Buscemi ne trasse  nel 2000 un film, si ambienta in una prigione, quella di S. Quentin, il protagonista è Ron Decker un acutissimo figlio di puttana di buona famiglia che spaccia droga "come se avesse la licenza", scaltro, ma non abbastanza da non farsi beccare. Il punto di svolta del romanzo è l’incontro con Earl Copen, che regala a Ron un nuovo modo attraverso cui osservare la realtà carceraria, oltre che una chiave per sopravvivervi. Uno spaccato quotidiano in cui la durezza di un ambiente “extra-societario” e il significato di affinità elettiva si fondano insieme.

Quando si ha a che fare con i libri come questo, accade sempre di parteggiare per i  personaggi principali della trama, e ha un’importanza davvero molto relativa il fatto che le anime a cui si finisce per sentirsi affini, siano non molto più che mostri, che diventano simil-eroi per la semplice fortuna di occupare un posto di rilievo in una storia, non perché ne meritino la posizione.
Bene, la cosa più terribile è che mentre inconsciamente verranno resi dalla nostra immaginazione oltremodo  brillanti questi individui, nei brevi momenti di realtà respirabili o alla riacquisizione finale della realtà con la chiusura del libro, ci apparirà in tutto il suo fulgore quanto il nostro generico quotidiano biasimo per quegli stessi mostri, diventi sottile fino a scomparire se sollecitato al contrario.

Bunker fissa il principio base del relativismo, quello su cui creare le sue storie: ogni società ha le sue proprie regole, l’accettazione e l’elaborazione delle quali valgono in senso assoluto solo per essa. Ed è talmente perfetto, per quanto tutto sommato ripetitivo, il suo tema, da lasciare disarmati o forse solo diversamente consapevoli.
Buona lettura!

2 commenti:

  1. Ho trovato il tuo blog per puro caso,ben gestito, e tratta non solo di libri ed incotri, ma foto ed eventi, bello. complimenti.
    Salvo

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  2. Ciao Salvo,
    lieto dell'incontro casuale e del fatto di aver incontrato il tuo gusto!
    A presto e torna a trovarmi!
    A.

    RispondiElimina

Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.

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