Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

giovedì 29 aprile 2010

Avvenimento estemporaneo - Brucerò la Vucciria

Titolo originale: Brucerò la Vucciria - col mio piano in fiamme
Autore: Akkura + Autori Vari
Anno 2009
Edizione: Dario Flaccovio Editore
Pagine: 111 + Cd


Entusiasta.
Entusiasta lo sono stato dal primo momento in cui mi è stata offerta l’opportunità di scrivere questa recensione, e ne sono rimasto per tutto il tempo, costantemente.
Questi Akkura e questo composito prodotto musicale-librario, non possono lasciare altrimenti. Il binomio realizzato, mette in scena le caratteristiche poliedriche di una città radiosa e allo stesso tempo ricca di ombre come Palermo, e lo fa non solo attraverso parole e testi altamente descrittivi, ma soprattutto grazie a una musicalità che ricalca, miscelandoli, i suoni mediterranei alle percussioni e alle arie brasiliane.


Brucerò la Vucciria, registrato interamente in Brasile, è il titolo di questo nuovo album degli Akkura, del libro edito dalla Dario Flaccovio Editore ed anche del brano di apertura del cd. Un titolo carico di significati ma dai connotati appassionati e nient’affatto violenti. Questo progetto, infatti, forte delle tante collaborazioni, si propone, di raccontare la Palermo di oggi, offrendo uno spaccato credibile, omogeneo, ma al tempo stesso articolato, che attraversa la città su vari livelli. Il titolo stesso (la Vucciria è uno dei mercati storici di Palermo e il termine, in palermitano, è usato per indicare il vociare caotico tipico dei posti affollati) sottolinea lo stato d’animo di tutti quei palermitani che vedendo la loro città “ristrutturata” e venduta ai ceti più ricchi, vorrebbero annientare, letteralmente bruciare, tutto, anche se stessi, pur di non veder svilire in mani estranee la propria casa.

È una passeggiata quella che vi viene offerta dal gruppo siciliano e dagli autori del libro (Davide Enia, Alli Traina, Dario Tosini, Andrea Gullotta e Cesare Basile), non si tratta di un viaggio di sola andata, badate bene, ma piuttosto di un giro turistico. Una gita che possa raccontarvi la storia, anzi le storie, della città di Palermo: istantanee fotografiche cittadine, come nella canzone Vicoli vicoli e nel racconto Non leggere; ritratti di figure umane che sfilano intorno al visitatore come nelle canzoni Nico il gigante, Benefattore e Attore merdionale e nei racconti Funerali e Nico; o ancora brevi provocazioni e proclami d’orgoglio, come nei brani Brucerò la Vucciria e Sabbie immobili e nei racconti Cani ed Emigranti.


Quando alla fine dell’ultima parola e dell’ultima nota, la musica sarà finita e sotto i vostri occhi sarà la quarta di copertina, lo sentirete anche voi il calore di quel sole rovente, l’odore forte del cibo, della sabbia e del mare e il riecheggiare delle voci e del sussurro di un futuro che, a Palermo, già ci fu.
Buon ascolto e buona lettura.

Ps. Ringrazio Vale e Sound Magazine per l'opportunità

lunedì 19 aprile 2010

Chuck Palahniuk - Rabbia

Titolo originale: Rant
Autore: Chuck Palahniuk
Anno 2007
Edizione: Piccola Biblioteca Oscar Mondadori
Pagine: 355

Mi trovo a dover parlare di un libro come questo e il mondo delle idee, in cui latito, mi appare confuso. D'altro canto, con un autore come Palahniuk la situazione non potrebbe essere molto diversa...
Partiamo dall'inizio... più o meno.

Rabbia è un libro non immediatamente classificabile, appartenente al genere horror, thriller, drammatico e, considerando l'ambientazione e la speculazione narrativa spazio-tempo, anche fantascientifico. Ad ogni modo cercherò di non lasciare troppi spoiler, per cui seguitemi senza fare domande, almeno fino a quando non avrete letto il libro.

Il protagonista assoluto è Buster "Rant" Casey, uno dei peggiori criminali della storia dell'umanità e insieme, a seconda dei punti di vista, uno dei più grandi miti generazionali; la voce del quale, più che giungere in prima persona, arriva attraverso i personaggi di questa storia, surreali, normalmente depravati e polifonici. Si tratta infatti di un romanzo che tratteggia lo stile del racconto biografico orale, in cui tutto viene narrato attraverso varie testimonianze, e si direbbe, retoricamente, che appare assai singolare quanta gente sia in grado di parlar di te dopo che sei morto.
Sarete proiettati dunque in un mondo alternativo, in cui esistono diurni e notturni separati da una campanella, la quale, una volta suonata, da il via ad un mondo rispettivamente banale o impazzito, in cui avere la rabbia rappresenta la peggiore delle sciagure o una delle mode per cui vendersi l'anima e, infine, l'ultimo sballo del momento sono i Party Crusching, serate a tema in cui si gioca una specie di autoscontro urbano a dir poco vivace.

Il tratto è quello solito di Palahniuk, duro, crudo, e, se mi vien permesso, benché catturante, sia per trovata scrittoria che per linguaggio usato (arriverete a fine libro e vi chiederete: "Com'è possibile che ho letto così velocemente 355 pagine?"), anche la scelta del finale è tipica di Palahniuk. Per lo meno per me, lettore di Fight club e Invisible monster.
E' vero, sto restando un po' sul vago, ma ammetto che si tratta di un libro piuttosto complesso da raccontare senza mettervi di fronte l'unica vera cosa, salvo che non siate amanti assoluti dello scrittore, che vi terrà incollati fino all'ultima pagina, la storia. E, vi assicuro, non è sul Party Crusching che vi ritroverete, per così dire, scimmiati.
Non me la sento di negativizzare. Vorrei, ma sarebbe un giudizio affrettato e, tutto sommato, niente affatto veritiero. Facciamo che lo leggete e poi se volete se ne parla.

Adesso ritorno a perplimermi, anche se dalla Crusca l'uso di questo modo verbale non è particolarmente apprezzato...
Buona lettura.

mercoledì 14 aprile 2010

Aforisma del giorno

"L'estro ha i suoi tratti, finché vengono rispettati portano il nome di genio, quando vengon superati quello di kitsch"

martedì 6 aprile 2010

Aforisma del giorno

"Troppo spesso si preferiscono bugie scodellate per pranzo, piuttosto che un po' di fame di verità. Questo non è essere idioti, è essere morti"
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